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WALK INTO THE STORM (HARDCORE DALLE MARCHE) + CEILING OF ANVERS (DJENT DA TORINO) + ARTERY (METALCORE DA TORINO) LIVE @ BORDER

Non è facile scrivere un report su questa serata: non per la difficolta dello scrivere bene in sé, quanto per quella di descrivere un concerto così bello e ben riuscito in poche parole. Turin Is Not Dead torna al successo, e lo fa portando la sua nona serata direttamente nel cuore di Torino. Luogo di divertimento e presa bene il Border Circolo ARCI, un locale legatissimo alla scena hardcore-punk cittadina e non solo, che si sbatte settimanalmente senza sosta per avere sempre dei concerti al suo interno. Ci troviamo di fronte al locale un po’ in anticipo rispetto agli orari stabiliti, ma ne aprrofittiamo per sistemarci e far scendere le prime birrette. Le band si alternano precisissime e super puntuali tra soundcheck e cena, così da dover solo aspettare “l’ora X” per iniziare i live.

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Primi a salire sul palco i nuovissimi Artery, nuova bomba firmata Torino, che attaccano precisi come orologi svizzeri. Supportati da amici e amiche, chi spinto dall’amore per il metalcore, chi dalla voglia di supportare anche senza essere amante del metallo, i ragazzi portano sul palco la forza del genere, fatta di breakdown serrati e parti vocali in growl. Seconda data più che riuscita per questa band, che sembra non aver bisogno di un’estenuante gavetta come tante altre del genere.

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Cambio palco veloce come la luce, mentre sopra si continuano a bere birrette e spritz, e neanche tempo di riprendersi che arriva la botta hardcore definitiva. Siamo orgogliosi di essere riusciti a portare nel capoluogo una delle band più cafone della penisola, i marchigiani Walk Into the Storm, di passaggio con il loro “Blasfemia Tour” e supportati dalla distro Insonnia Lunare Records e da Marche Hardcore, nonchè portatori dei valori della loro Scars of Rage Crew. I ragazzi hanno portato in giro il nuovissimo 5 tracce “Breathless”, un EP che sembra suonato, cantato e sputato fuori direttamente dalle migliori palestre di mosh americane: un concentrato di beatdown, hardcore, metalcore e chi più ne ha più ne metta. Tra di noi sotto il palco volano mazzate per tutta la durata del live, tra 2-step, pugni nel vuoto e featuring. Torino è pronta anche a questo.

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A chiudere la serata, per non farci mancare proprio nulla, piazziamo i local heroes Ceiling of Anvers. Non c’è nulla da dire su questa band, che prima di essere tale è un gruppo di amici che rispettano ciò che facciamo e che non mancano di supportarci quando ne hanno l’occasione. La perfezione fatta a djent, un mix di ceffoni e melodia che non annoia mai, un tasso di precisione elevatissimo e tanta, tanta, tanta passione per un genere che saper far bene è tutt’altro che semplice.

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Foto ricordo: un momento da incorniciare, una serata indimenticabile, la dimostrazione che nel nostro piccolo si possono tirare su degli eventi di qualità, in cui l’amicizia e il rispetto sono alla base. Ringraziamo il pubblico, le band, i giovanissimi ragazzi della Longrail Records (che speriamo di poter avere con noi anche in futuro), Paolino di Insonnia Lunare per lo scambio dischi con la nostra distro e ovviamente il Border, per aver messo tutto nelle nostre mani.

testo / Luca Cescon – foto / Matteo Bertolino                                                                             

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DHOLE (screamo da Lodi) + LORA (emo da Torino) + INTO MY PLASTIC BONES (post-hardcore da Torino) live @ Daevacian

Fra la moltitudine di eventi musicali che hanno visto la nostra amata Torino meno morta che mai, sabato 7 novembre si è svolta anche la nostra sesta serata presso il Daevacian di Bruino. Ad onorarci della loro presenza i Lora e gli Into My Plastic Bones da Torino spalleggianti dallo screamo dei Dhole da Lodi.

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Ad aprire le danze gli Into My Plastic Bones con il loro post-hardcore ricco di parti strumentali, la cui tecnicità ha davvero infuocato tutti quanti. Non saprei dire con esattezza per quanto si sia protratta la loro performance, sicuramente non abbastanza, tanto da farmi pensare a fine live “cazzo ne voglio ancora!”. Anche i lodigiani erano davvero esaltati dal sound che ne stava fuoriuscendo e questo, personalmente, mi ha davvero appagato un sacco. Vedere dei musicisti che, nonostante il poco pubblico, si incitano l’un l’altro da sopra e sotto il palco è forse il gesto più simbolico che rappresenta al meglio per quale dannata ragione ci ostiniamo tanto a promuovere questa “emarginata” musica da sottosuolo.

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A seguire, prendono posto sul palco i Dhole da Lodi. Ho ascoltato molto bene il loro LP “Oltre Ai Confini Della Nostra Essenza”, avevo bisogno di un po’ di sana ispirazione in chiave screamo e devo dire che è stato un album che ha ampliamento allargato le mie ottuse vedute. I testi, da cantante, sono ciò che sicuramente ho più apprezzato, ma anche le chitarre, con questo suono hard rock, mi hanno dato parecchio da pensare, in positivo si intende e sono piacevolmente rimasto soddisfatto dalla loro performance ricca di attitudine ed emozione, con una scaletta in crescendo che non lascia adito ad alcun ma, solo tanti applausi e complimenti per loro.

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È il momento dei Lora, che devo ammetterlo, per me sono stati la band rivelazione della serata. Non mi era ancora capitato di sentirli in live e quasi me ne vergogno, ma devo dire che mi hanno gasato ed emozionato come un minorenne il giorno del compleanno. Sound bello maturo, dato dai tanti anni di attività della band. La voce urlata riecheggia nella sala, contornata dalla melodia delle chitarre che nell’insieme costruiscono un bel quadro che mi prende come in un vortice ricco di emozioni e mi fa ripiombare alla realtà solamente a fine live, dopo un repertorio di pezzi più e meno nuovi, attraverso i quali si percepisce in maniera del tutto tangibile il percorso di crescita della band.

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In conclusione, gran serata con ottima musica e persone stupende che ci hanno ripagato di ogni sforzo nonostante la scarsa affluenza, ma come direbbero i Lora “questa è Torino, non è mica New York” e noi la amiamo così com’è, morta o viva che sia, perché tutto ciò che ha da darci è stupendo e noi cerchiamo con tutti noi stessi di valorizzarlo quanto più possiamo.

Come sempre ringraziamo le bands che hanno preso parte alla serata, ringraziamo Gabri e Paolo del Daevacian, grazie a Pierpaolo di Marche Hardcore per essersi fatto lo sbattone fin quassù per prendere parte al concerto e grazie a tutti quelli che come sempre vengono alle nostre serate a supportarci e soprattutto a supportare la musica.

Ci vediamo il 20 (NEW ADVENTURES IN LO-FI + LM&T + SDEGHEDE + FARADAY EXPERIENCE live @ Daevacian) e il 21 (INFECTION CODE release party + RAMA + GRAND MET BONDYE + BLACK WINGS OF DESTINY) novembre sempre al Daevacian.

keep going!

Testo /  Simone Meña                                                                      FotoMatteo Bertolino

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A Deal With Prometheus (Metalcore da Torino) + Glances (Emotional Hardcore da Bologna) @Alla Vecchia Maniera

Il 30 ottobre noi di Turin Is Not Dead ci diamo appuntamento nel tardo pomeriggio (ormai è già buio da un po’ in realtà…) di fronte “Alla Vecchia Maniera” di Bruino. La nostra quinta serata si svolgerà proprio qui,all’interno di un locale punk e con ottima cucina,che non disdegnerà in corso d’opera di offrire consumazioni a più membri del nostro collettivo.

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La band local scelta per l’evento,i torinesi A Deal With Prometheus,arrivano poco dopo di noi in varie macchine,con a bordo pubblico e strumentazione. I bolognesi Glances,ospiti da fuori,tardano un po’ per motivi di lavoro,ma nel frattempo all’interno del locale ci adoperiamo per preparare al meglio il palco spazioso ma super minimale della “Vecchia Maniera”.

Sistemati al meglio strumenti,amplificatori e casse per la voce,ci sediamo tutti per una mega cena casalinga,accompagnata da birre e musica cattiva sparata dal PC del locale.

Da Torino giungono notizie di persone in arrivo verso le 23.00,così decidiamo di comune accordo con le band di far scalare di qualche minuto l’apertura della serata,lasciata ai torinesi ADWP.

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Il live dei ragazzi si apre con “Shades of Madness”,canzone che racchiude lo stile della band,sospesa tra metalcore nuova scuola e qualche puntata nel nu metal. Nonostante la situazione non ottimale,riusciamo (con l’ausilio del nostro Luca e di Wedra dei Never Ending Apnea) a far uscire un buon suono complessivo. Il live degli ADWP viene apprezzato dai partecipanti alla serata,”portati” proprio dalla band,che mancava da tempo dai palchi della provincia torinese,e scivola via potente e suonato con precisione.

Pausa sigaretta e birra,mentre nel frattempo si preparano i Glances,band melodic hardcore/emo molto attiva in Italia e con diversi viaggetti all’estero sulle spalle.

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Purtroppo per molti il tempo del cambio palco diventa lunghissimo,così da lasciare i bolognesi con poco pubblico di fronte.

Nonostante ciò,il concerto è ricco di passione e “presa bene”: sebbene il genere suonato sia ormai diventato quasi mainstream alle orecchie dell’ascoltatore tipo,i Glances buttano fuori uno show ricco di sentimento e suonato benissimo,facendosi apprezzare alla grande anche per l’umiltà e la voglia di divertirsi.

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Desolation”,”Lone Survivor”,“Love is a Jail” e altre tracce scorrono veloci,facendo terminare la serata a un orario comodo anche per coloro arrivati da Torino.

Gli ADWP (che ringraziamo tantissimo per aver messo a disposizione la strumentazione) caricano tutto in macchina e ripartono alla volta del capoluogo,mentre i Glances (ospitati dal nostro Simone) si soffermano ancora con noi fino a tarda notte,tra tranci di pizza,birrette e risate.

La nota dolente c’è,ovviamente: il locale,che ringraziamo per l’accoglienza,storce un po’ il naso di fronte al risultato della serata (secondo noi,abbastanza positivo,considerando le solite variabili legate alla location,al genere musicale ecc.),che ha visto il bancone del locale assediato pochissimo dal pubblico,nonostante la serata fosse a ingresso gratuito.

Per noi,in ogni caso,è stata una serata che ci ha messi alla prova e che ci ha fatto divertire e stare in compagnia. Avanti tutta con i prossimi eventi,ovviamente!

Testo /  Luca Cescon                                                                                   FotoFabio Mattiuz

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O (Post-Black da Biella) + INFALL (Mathcore da Arona) + ORIGOD (Metal da Torino) + THIRST PRAYER (Grindcore da Torino) live @ Daevacian

Sabato 24 ottobre il nostro collettivo ha portato sul palco del Daevacian di Bruino (TO) l’ennesimo poker di band di altissima qualità.

Ci troviamo nel tardo pomeriggio al locale per accogliere le band – puntualissime e super precise – e dare un ascolto al soundcheck. Dopo la cena servita alle band, iniziamo ad attendere il pubblico.

La serata si preannunciava partecipata, e così è stato: moltissime persone sono arrivate da Torino per prendere parte a un live ricco di capacità tecniche e cattiveria.

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Ad aprire l’evento i nuovissimi Thirst Prayer, gruppo grindcore/blackened hardcore torinese, con alcuni volti noti della scena metal del capoluogo (Fabietto e Ste) in formazione. Il live fila via veloce e potente, e il risultato sono applausi e complimenti per una band che può davvero far male e da cui ci aspettiamo molto. Per fan di The Secret e Discomfort.

Dopo una pausa sigaretta e birra, si torna in pista con gli Infall da Arona. I ragazzi portavano con loro le tracce del nuovissimo “Nitecomes”, il sette tracce anticipato dal video della potentissima “Banally”.

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La botta data dal vivo da questa band è devastante: un mix di post-hardcore e mathcore, mai banale e suonato con efficacia e tecnica sopraffina. Sezione ritmica da spavento e parti vocali al top, gli Infall sono il punto d’incontro tra gli Every Time I Die, i Converge e i Dillinger Escape Plan.

Terza band a salire sul palco del Daevacian, anche loro per la prima volta, i torinesi Origod.

Che dire, un gruppo che non solo sostiene il nostro collettivo, ma che è anche attivo da tantissimi anni nella scena torinese.

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I ragazzi, dopo l’avventura al Big Sunday Free Festival di Caluso, suonano parecchi pezzi nuovi, lasciando spazio per un solo pezzo dell’album del 2010, “A New Dawn Fades”. Messi da parte l’hardcore e il mathcore degli inizi, gli Origod stanno navigando egregiamente nel mare del metal di qualche decennio fa, confermando grandi capacità anche in questo genere.

Cambio palco, si accende la macchina del fumo e inizia il live degli headliner della serata.

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Inizia il live degli O, la post-black metal band di Biella, che ha da poco fatto uscire il nuovo cinque tracce “Pietra”, fuori per Grindpromotion Records e Unquiet Records. Il loro concerto è un muro di suono da cui è difficile uscire: i musicisti sul palco sono quasi invisibili, le chitarre tritano tutto seguendo i canoni del black metal, mentre il suono della batteria esce e si unisce al fighissimo caos totale. La scelta di non tenere la voce alta di volume purtroppo impedisce di comprendere i bellissimi testi della band, ma il risultato è comunque devastante.

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Questo concerto è stato per noi di Turin Is Not Dead l’ennesima dimostrazione che organizzare degli eventi di qualità, alla fine dei conti, paga.

Vi ringraziamo tutti, band, pubblico e locale, per la partecipazione e per le belle parole spese nel corso di tutta la serata nei confronti del nostro collettivo.

Testo /  Luca Cescon                                                                                   FotoMatteo Bertolino

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HOPES (CZ-HARDCORE) + CALL TRACY (CZ-POP PUNK) + THE COMPROMISE + LA DERIVA

Simo (ftlou ndr) ieri ha di nuovo sfondata la meccanica della chitarra. Panico! Finito il pranzo ci fiondiamo in macchina per dirigerci verso casa del Cescon che, in compagnia del amico lodigiano (fanbase extraregionale raga! rendiamoci conto ndr), ci aspettava per la “prima birra prima della tempesta”. Saliamo su, birra coop doppio malto alla goccia (una bomba! consigliatissima) e partiamo a cannone in direzione Rivoli. Arriviamo, MusicaPiù è aperto, bella storia! Il titolare ci accoglie bene, gli spieghiamo la faccenda e senza pensarci due secondi apre un pacco di chiavette e ne monta una in tempi record sulla SG di Simo, cambia la corda e per la modica cifra di 10 euro ce ne usciamo con i più sentiti auguri ed una pacca sulla spalla da parte sua.

Arrivati al Daevacian, ore 17:10 circa, subito incappiamo nei primi problemi tecnici: i cechi sono in ritardo, niente backline, niente soundcheck: p***o d*o! Inziamo ad andare in tensione. Aspettiamo, aspettiamo, ma alla fine arrivano, addirittura in anticipo rispetto alla tabella di marcia.
Tiriamo giù la backline dal loro furgone, montiamo tutto e iniziamo a checkare noi de La Deriva. Sound good! I suoni mi piacciono, come al solito non sento un cazzo in spia, ma quello è un problema mia, timpani sfondati.
Checkano anche tutti gli altri, Call Tracy, Hopes e i nostri hometown The Compromise. Sembrano tutti soddisfatti. Buono così.

L’ora X si avvicina.

Durante la cena chiaccherò un po’ con i Call Tracy, il tour non gli è andato benissimo, si sono divertiti sì, ma evidentemente avevano pretese diverse. In generale l’Italia gli è piaciuta. Troppa pasta e gente troppo caotica, ma comunque bel posto.

Ore 21:45, manca un quarto d’ora, noi de La Deriva siamo parecchio ansiosi, ma comunque gasati di aver finalmente raggiunto questo traguardo. Abbraccio di gruppo al volo nel backstage e ci fiondiamo sul palco. Io rimango in disparte, intro strumentale, guardo i miei che si preparano a scaldare le corde. C’è tensione.

Bam! Cescon attacca il giro di batta, Simo (ftlou ndr) c’è, con qualche sussulto prende il giro, ci siamo! E’ il nostro primo live.

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Da lì è il vuoto, il nero più totale, 25 minuti di fuoco nei quali, compulsivi, tutti quanti abbiamo dato fuoco e fiamme tirando fuori tutto quello che è stato il nostro percorso durato un anno intero. Davanti a noi una 60ina di persone, non alzo per mezzo secondo lo sguardo, il confronto è troppo forte per farmi reggere l’emozione.
I pezzi si susseguono irrefrenabili e senza neanche accorgercene il live per noi è già finito. Uno scroscio di applausi davanti a noi ci riporta alla realtà, alzo lo sguardo: amici, musicisti, urla, sorrisi; cazzo! Sembrano soddisfatti.
Scendiamo, ad accoglierci complimenti ed abbracci, io esterrefatto non riesco a crederci eppure e così. Corro a farmi una birra e tirarne su una in backstage, devo sedare l’adrenalina.

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Iniziano a rumoreggiare le chitarre pop punk dei Call Tracy. Tempo di tirar giù un’altra media e sono sotto al palco. I ragazzi sono stanchissimi, dopo due settimane di tour, esibirsi un’altra volta ancora non è facile, non è da tutti, ma tengono benissimo il palco e quel che ne viene fuori è un esplosione di euforia generale, sia nostra che loro nel vedere un riscontro tanto positivo da parte del pubblico. I pezzi girano tutti bene, il sound è figo! Siamo tutti gasati e anche per loro gli applausi e gli abbracci sono più che meritati.

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Altro cambio palco, altra birra per tutti noi! La situazione inizia a scaldarsi, l’alcool va giù che un piacere, tutti presi bene, tutte facce amiche, tutti contenti del andamento della serata.

Ora è il turno degli Hopes che con il loro hardcore cafone segnano il culmine della serata. Chitarre grezze, alternate a giri melodic-hardcore e “tupa tupa” a non finire. Chris, il cantante è devastato, purtroppo il growl è appena accennato, ma ce la mette tutta per tenere il palco e gli riesce egregiamente. Il risultato è un 2step caotico e tanta soddisfazione sotto al palco.

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A chiudere i nostri amici The Compromise, con alla chitarra la nostra new entry Jimmy, uno dei ragazzi più belli che la provincia torinese potesse regalarci. Con il loro alternative rock chiudono in bellezza la serata, con sonorità più armoniose, accompagnate dalla voce di Christian (che timbro ragazzi ndr), rasserenano gli animi e fanno affiorare sul volto di tutti i presenti un bel sorriso di approvazione e appagamento.

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In conclusione per il nostro collettivo è stato l’ennesimo successo, abbiamo ospitato delle gran belle band, il Daevacian, con Gabri e il sempre disponibilissimo e gentilissimo Paolo, non ci ha fatto mancare nulla. Ottima ospitalità e suoni sempre da paura! L’affluenza è stata ottima, tanti amici, tanti musicisti e tanti applausi che per noi che eravamo sul palco sono l’appagamento migliore di tutti. Dunque grazie di cuore a tutti quanti. E’ stato fantastico. Alla prossima.

Testo /  Simone Meña                                               Foto / Fabio Mattiuz

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A THEORY OF JUSTICE+TUTTI I COLORI DEL BUIO+SPLATTERGOAT

A THEORY OF JUSTICE+TUTTI I COLORI DEL BUIO+SPLATTERGOAT

Sabato 12 settembre è andata in scena la seconda serata organizzata interamente dal nostro collettivo.

Abbiamo messo anima e corpo per la riuscita di questo evento e i fatti ci hanno dato ragione.

Dopo un primo evento organizzato attorno alla musica sperimentale e al noise, abbiamo cambiato genere, spostandoci sull ’hardcore, sul mathcore e sul deathcore.

Ospitati dal Daevacian di Bruino, ormai uno dei locali di punta della scena underground piemontese, il collettivo ha portato sul palco tre band: A Theory of Justice (Lodi), Splattergoat (Voghera) e Tutti i Colori del Buio (Torino).

                                                                                                   Splattergoat

Il live è stato aperto dai giovanissimi Splattergoat, che nonostante l’assenza del loro cantante/chitarrista hanno dato prova di essere delle macchine, sia con gli strumenti che alla voce. Auguriamo a questi giovani metallari il meglio per il loro futuro musicale, hanno capacità da vendere.

                                                                                             A Theory Of Justice

Seconda band a salire sul palco, i lodigiani ATOJ. Di ritorno da Lione, i ragazzi hanno portato tutta la loro esperienza, accumulata in sette anni di attività.

Con membri di Dhole e Selva, gli ATOJ uniscono sonorità tipiche dell’hardcore ad altre più mathcore e post-hardcore, con una presenza scenica davvero coinvolgente.

È stato un onore riuscire ad averli con noi per questa seconda serata, persone e musicisti fantastici.

A chiudere le danze, i local heroes Tutti i Colori del Buio.

Come sempre, suoni impeccabili e cattivissimi, sempre una bomba vederli live. Un set rapido ma capace di colpire duro, come richiesto a una band hardcore. Li ringraziamo tantissimo per aver sostenuto il collettivo e per aver messo a disposizione la loro strumentazione.

                                                                                            Tutti I Colori del Buio

L’orgoglio per l’ottima riuscita della serata è ancora alto: le band sono state super professionali e disponibili, il locale ha messo in campo tutta la sua gentilezza come sempre, e noi ci abbiamo messo la faccia, confidando nelle nostre scelte.

E il risultato non ha tradito le aspettative: tanti ingressi e tante persone da Torino e provincia, venute per sostenere le band e il collettivo.

Come ci diciamo sempre, questo è solo l’inizio. Continuate a starci addosso e i risultati arriveranno ancora.

Testo / Luca Cescon                                                     Foto / Matteo Bertolino

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WRECK AND REFERENCE(Los Angeles,CA)+SEVERAL HIDDEN MOUNTAINS+ALEPH-ZERO

Domenica 12 luglio abbiamo iniziato un percorso che vuole essere sia un appuntamento costante con la musica, sia un punto di svolta per la scena torinese e piemontese. All’ Associazione di Pinerolo la serata è iniziata relativamente tardi, ma l’attesa ha premiato, in quanto a fine live gli ingressi erano stati molto positivi, sia per il giorno scelto sia per la località fuori mano.

Il riscontro è venuto principalmente da ragazzi di Torino e dagli habitué del locale,ma anche da alcuni ragazzi arrivati da Milano.Sfruttando la presenza di uno dei migliori nomi della scena sperimentale statunitense sul suolo europeo, i californiani Wreck and Reference, abbiamo creato un evento che potesse essere il più particolare possibile. I torinesi Aleph-Zero, duo post-punk attivo da 5 anni, e i Several Hidden Mountains,progetto noise e ambient, con un tocco di spettacolarità dato dall’ esibizione quasi teatrale di uno dei componenti, hanno rispettivamente aperto e chiuso la serata.

I Wreck and Reference sono un duo che racchiude in sé l’ansia e l’oscurità della grande metropoli (Los Angeles), unite a suoni dilatati e lasciati molto allo strumentale. Un batterista furioso e un polistrumentista rabbioso e paranoico: la band ha incantato e angosciato il pubblico, che ha risposto con applausi e la richiesta di un bis (negato, purtroppo, a causa della stanchezza di questi ragazzi, in viaggio senza alcun driver).

Questo per noi è solo l’inizio: speriamo di poter continuare a proporvi band ed eventi di qualità, e vi ringraziamo per il sostegno che ci state mostrando.

Testo / Luca Cescon  Foto / Fabio Mattiuz

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